Il Consiglio Comunale di Gavorrano,  che si è riunito nella seduta del 30 settembre scorso ha  esaminato e discusso il  <<Piano triennale di riordino assistenziale, produttivo e organizzativo   dell’Azienda USL 9 di Grosseto>> definito dal Direttore Generale  Salvatore Calabretta , sulla base delle linee guida di indirizzo date dalla Conferenza dei Sindaci. Il documento contiene gli elementi di rinnovamento del sistema sanitario di cui la provincia di Grosseto ha bisogno.

Il Sindaco  Alessandro Fabbrizzi –anche se il passaggio non era obbligatorio per legge – ha ritenuto opportuno il coinvolgimento dell’assise consiliare per questo argomento, ritenendolo doveroso per questo tipo di tematiche che investono direttamente  la salute dei cittadini. Il documento   ha riportato il sostanziale sostegno di tutto il Consiglio, pur nell’astensione dal voto del gruppo di minoranza che “esprime ampia condivisione del documento e delle linee guida del medesimo, esprime la propria condivisione politica in relazione a quanto emerso dal dibattito e auspica che la Conferenza dei Sindaci riesca ad individuare forme attuative pertinenti”.

Fabbrizzi ha ampiamente illustrato il documento premettendo che alla “politica“ spettano gli indirizzi sulle politiche sanitarie ed il controllo, all’Azienda spetta attuare attraverso strategie organizzative di gestione quello che la politica ha previsto, nei limiti delle risorse economiche assegnate al territorio. E sono  appunto il  “territorio” ed i “bisogni di salute” dei cittadini  che diventeranno  i fulcri della nuova organizzazione dei servizi nell’USL 9. I nuovi servizi dovranno intercettare meglio le esigenze del territorio (e contemporaneamente le sue risorse) ,  e quindi indirizzarle in maniera adeguata verso la creazione delle Unità delle Cure Primarie, con il pieno coinvolgimento delle comunità locali, dei medici di famiglia, delle associazioni e con la conferma della Società della Salute laddove sperimentata.

Altro punto fondamentale del documento che il Consiglio di Gavorrano ha apprezzato è  la riorganizzazione della rete ospedaliera con la creazione di un sistema a rete, con una rivisitazione dei distinti ruoli dei diversi ospedali alla luce di analisi demografiche e di attente valutazioni dei bisogni di salute. Senza soppressione di nessun presidio ospedaliero esistente, ma poiché è assolutamente indifferibile razionalizzare l’uso delle risorse, ripensando la funzione di ciascun presidio. Il modello è quello che prevede un’organizzazione della degenza per gravità dei casi e quindi per “intensità di cura”.