Informazioni
Utilità: sarà possibile parcheggiare la propria auto in tutti i parcheggi in prossimità del teatro delle rocce. Sarà disponibile anche il parcheggio in loc. Finoria, che dista circa 1,6 km dal Teatro, si rimanda alla cartina per informazioni più dettagliate. Si precisa che non saranno disponibili navette o similari per il trasferimento dal parcheggio al Teatro delle Rocce.
Importante: Per le persone disabili o con difficoltà a deambulare sarà assicurato il trasporto dal parcheggio presente nei pressi dell’area di accesso al Teatro, sino al sito stesso.
Curiosità: il Teatro delle Rocce, ricavato all’interno di una delle cave di calcare a servizio della miniera di Gavorrano, è “uno dei venti luoghi di Italia più belli per ascoltare musica” (fonte www. rockit.it). Ti trovi all’interno del “Parco delle Colline Metallifere – Tuscan Mining Unesco Global Geopark”, in un sito suggestivo, immerso nella natura, che ti farà vivere un’esperienza unica. Per questo motivo non si può raggiungere in auto ma con una breve passeggiata, lungo una strada bianca che costeggia il bordo cava.
Consigli: Scegli scarpe adeguate al percorso per camminare in sicurezza.
Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista italiano, sara’ protagonista sul palco di numerosi festival e rassegne estive , a partire da luglio 2024, con la sua nuova conferenza spettacolo ‘Mordere il Cielo’ .
Dopo il successo di ‘Prendetevi la luna’ nella passata stagione teatrale invernale , registrando sold out in tutte le tappe, Paolo Crepet torna in scena con la conferenza spettacolo dedicata al suo ultimo libro .
‘Inutile negarlo, girarci attorno. Viviamo tra nuove guerre, migrazioni di massa, povertà che si ammassano nelle grandi città, vecchie e nuove droghe dilagano, ansie e angosce trovano insuete espressività. Come se un’antica cicatrice interiore fosse tornata a condizionare il tempo presente.
Eppure molti continuano a cercare, forse proprio perché l’eclissi della ragione coglie un’umanità sempre più smarrita. Proprio adesso che una parte del pianeta pensava di aver conosciuto benessere e allungamento della vita, mi chiedo dove siano andate a finire le nostre emozioni, perché in tanti tendono a relegarsi in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all’età dell’insensibilità?
Il rischio c’è ed è sempre più forte. Occorre parlare di questa potenziale eclissi di una parte della nostra sfera emotiva, le complicità e le omissioni che tendono a tradire l’identità più profonda di ogni essere umano.
Per tornare a “mordere il cielo” occorre ritrovare il coraggio di nuove eresie, rinnovare ribellioni per inseguire le nostre unicità, diffidando di quella grigia normalità dietro la quale si nasconde il sinistro rumore della neutralizzazione dell’anima’